L’evoluzione dell’uomo

evoluzione dell'uomo
La scienza

Cosa Dice?

Senza scendere nei dettagli, la teoria dell’evoluzione darwiniana, perché ancora di teoria si parla, dice che noi deriviamo dalle scimmie.

La scienza stima infatti che circa il 93% (dalle ultime ricerche) del DNA degli scimpanzé sia in comune con quello dell’uomo. È questo infatti l’animale che ad oggi viene dichiarato come nostro progenitore anche se, va ricordato, Charles Darwin non ha mai parlato di scimpanzé ma di scimmia in generale.

Comunque, scimpanzé o no poco cambia… l’evoluzione dell’uomo è praticamente data per certo essere avvenuta da una scimmia.

L’uomo, dice la scienza, deriverebbe dallo sdoppiamento dell’albero evolutivo di una scimmia ancestrale (mai ritrovata). Un ramo avrebbe prodotto le scimmie mentre un altro l’uomo.
Tutto è partito dall’Africa ma la datazione dell’Homo Sapiens fu dapprima valutata in 200 mila anni ma da studi recenti ora si va ancora più indietro fino a 300 mila anni fa.

Le prove di questa discendenza, secondo la scienza sono ovvie:

Sahelanthropus Tchadensis

7 MILIONI DI ANNI FA

Orrorin Tugenensis

5.8 MILIONI DI ANNI FA

Ardipithecus Ramidus

5.5 MILIONI DI ANNI FA

Australopithecus Afarensis

Lucy - 4 MILIONI DI ANNI FA

Paranthropus Aethiopicus

2.9 MILIONI DI ANNI FA

Homo Habilis

2.1 MILIONI DI ANNI FA 

Homo Ergaster

2 MILIONI DI ANNI FA

Homo Erectus

1.8-1.5 MILIONI DI ANNI FA

Homo Neanderthalensis

500.000 ANNI FA

Homo Denisovan

400.000 ANNI FA

Tutte queste prove “fossili”, la loro datazione e gli esami genetici hanno portato gli scienziati ad ipotizzare che l’uomo derivi dalle scimmie ricostruendone anche il suo intero albero evolutivo.

Prima di addentrarci un po in questo argomento, vorremmo però dire che queste tematiche sono molto complicate e richiederebbero interi libri per essere spiegate per bene. Sono argomenti molto spesso scientifici che trattano di genetica, antropologia, statistica ma cercheremo comunque di renderli accessibili a tutti.

Qualcosa non torna

Alcune Perplessità

Sicuramente vi sarà capitato di vedere le varie ricostruzioni fatte di quegli uomini primitivi basate solo su quei mucchietti di ossa e vi sarete sicuramente resi conto (o forse no) che li disegnano sempre simili a scimmie.

La verità è che sono per l’appunto ricostruzioni. A questo proposito bisogna sapere che tramite le scienze forensi si possono disegnare innumerevoli volti e fisionomie partendo da uno stesso teschio mentre per quanto riguarda la genetica bisogna sapere che la pelosità  del corpo ad esempio non è attualmente individuabile tramite analisi del DNA da cui invece si possono rilevare il colore degli occhi, dei capelli e altre piccoli dettagli ma non certo la fisionomia del volto ne se l’ominide fosse ricoperto di peluria.

Sembra un film horror!

Quello che i paleo-antropologi non hanno ancora capito o si rifiutano categoricamente di ammettere è che quei pochi resti ritrovati potrebbero essere qualunque cosa, dai resti di un uomo vecchio, basso e/o grasso ai resti di un ominide con problemi fisici o nato con mutazioni genetiche (come avviene oggi da incesti) o magari di qualche arcaica specie di scimmia ma che in ogni caso non dovrebbe essere preso come modello di un’intera popolazione ne dovrebbe essere preso a capostipite di un’intera generazione di ominidi perché sarebbe una pura invenzione poco degna di stare nei musei di tutto il mondo!

Sarebbe come se, tra milioni di anni trovassero i resti ad esempio di qualcuno affetto da sindrome di Proteus o una sua variante (uomini elefante) e dicessero che noi eravamo tutti così.

Insomma, vogliono a tutti i costi inculcarci l’idea che eravamo scimmie brutte, goffe e pelose e che ci siamo poi “fortunatamente” evoluti in qualcosa di “meglio”.

Quindi l’intera costruzione evolutiva fa acqua da tutte le parti, tanto che il dibattito è ancora aperto tra chi considera i resti ritrovati degli ominidi (meglio ominini) come rami laterali dell’albero evolutivo umano e chi invece li considera come nostri stretti parenti e le prove dicono di averle individuate nell’analisi del DNA mitocondriale e nucleare con una percentuale di similitudine con il nostro DNA dell’1-4% ma dipendente però dall’origine geografica da cui si proviene. Ad esempio, il DNA dell’Homo Denisovan condivide fino al 7% con chi oggi proviene da Melanesia e Nuova Guinea.

Ecco quindi che i vari ominini potrebbero semplicemente essere delle etnie differenti, cosa che oggi nemmeno si prende in considerazione, soprattutto quando se ne ricostruiscono i lineamenti.

Quindi, se non c’è alcuna certezza scientifica perché continuare a spacciarla come tale?

Torniamo alla Teoria Evolutiva

La teoria dell’evoluzione dice anche che l’evoluzione avviene come risultato di caso e necessità.
Quindi Darwin e chi lo segue, esclude categoricamente il finalismo (scopo) per dire che tutto succede per caso considerando così anche l’uomo non diverso dalle altre specie animali.

E le "etnie" da dove arrivano?

Si continua a dire che deriviamo dalle scimmie ma solo con una specie di scimmia abbiamo una percentuale di compatibilità del DNA così alta. Come mai allora l'uomo ha 4 "etnie" ben distinte dal punto di vista degli attributi fisico-morfologici (colore della pelle, statura, fisionomia del volto, capelli, attitudini, ecc)? Questa cosa non si riscontra solitamente in natura a meno che non si parli di "specie" o "razze" umane differenti e quindi di progenitori differenti.
Ad oggi la scienza spiega l'esistenza delle etnie con una causa ambientale-genetico-migratoria non meglio specificata.
Insomma... un caso!

Perché solo l'uomo ha preso coscienza?

D'accordo, l'uomo e le scimmie derivano da un'altra specie di scimmia probabilmente estinta di cui mancano però le prove ma, qualunque animale sia stato il nostro progenitore, come è possibile che solo un ramo evolutivo abbia acquisito coscienza di se, l'Ego Sum?
Certo... un caso!

Solo una specie?

In un pianeta con una biodiversità stimata che va dai 4 ai 100 milioni di specie e di cui solo 1,5 milioni attualmente conosciute, come è possibile che solo un'unica specie abbia fatto un salto evolutivo così grande ed in così breve tempo rispetto a tutte le altre che ancora oggi rimangono allo stato animalesco/istintivo?
La scienza stima che il concetto di "IO" nell'uomo si sia sviluppato negli ultimi 200 mila anni.
Che velocità... un caso unico!

Il problema è che di queste obiezioni se ne potrebbero fare molte e tutte riceverebbero la stessa risposta… per caso! Oppure la risposta sarebbe un “forse…” oppure un “molto probabilmente…” ma questa non è scienza!

Questo implica che la teoria darwiniana e un po’ tutte le tecniche impiegate per avallare la teoria dell’evoluzione dell’uomo, fanno acqua da tutte le parti rimanendo ad oggi scientificamente indimostrabili.
Ma è bene che non si sappia!

Molti sedicenti divulgatori scientifici o professori universitari, individuano ad esempio nella filogenesi la prova inconfutabile che l’uomo derivi dalle scimmie senza però spiegare come venga fatta la comparazione di parti di DNA, ne come venga calcolata la probabilità del risultato. Chi afferma questo si dimostra altamente ignorante perché la filogenetica, pur essendo una tecnica utile per avere un indizio sull’appartenenza ad una o all’altra specie animale è pur sempre una indicazione statistica basata su degli input iniziali che l’uomo stesso fornisce per il calcolo (probabilità bayesiana). In più la comparazione del DNA non viene e non può essere fatta sull’intero potenziale genetico del pianeta ma solo su quello ad oggi conosciuto. Ben poco diciamo noi per avere certezze!!

La compatibilità ad esempio tra uomo e i bonobo (Pan Paniscus), una scimmia antropomorfa appartenente al genere Pan insieme allo scimpanzé comune (Pan Troglodytes), era negli anni ’90 data quasi al 99% e tutti a ritenerla la dimostrazione della nostra discendenza dalle scimmie. Che gioia!

Ma, con il continuo progresso tecnologico e le continue ricerche genetiche, tale percentuale è oggi scesa drasticamente al 93% e siamo sicuri scenderà ancora di più nei prossimi anni. Evitiamo qui di spiegarvi tutto il procedimento con cui si è arrivati a tali risultati perché solo poche persone lo capirebbero. Vi basti sapere che riguarda il cromosoma Y e le “indel”, inserzioni e cancellature di geni nel DNA.

Purtroppo la scienza sa benissimo che ha spacciato per vera, insegnandola addirittura nelle scuole come fosse oro colato, una teoria non scientifica, una favola, mentendo sapendo di mentire… o almeno speriamo lo sappiano perché altrimenti sarebbe molto grave alla stregua di una fede!

La Verità

Siamo Stati Creati

Non preoccupatevi, non è la storiella di Adamo ed Eva ma neanche quell’altrettanta idiozia darwiniana per cui tutto succede per caso.

Purtroppo per Darwin e per la scienza tutta, la sua teoria si contraddice perché nulla succede per caso ma tutto succede per Caso!

Infatti Darwin afferma che, quando avviene una mutazione, che lui chiama “errore di trascrizione” nel DNA, in una specie, solo una sopravvive. Quella normale o quella mutata a seconda della legge della sopravvivenza o in base ai cambiamenti dell’ambiente circostante che ne potrebbero essere la causa scatenante.

Questa però è già una contraddizione perché se pensiamo che la mutazione avvenga per un motivo scatenante, chiamiamolo sopravvivenza o adattamento, allora non succede più per caso ma per uno scopo ben preciso!

Anche quando Darwin parla di “selezione naturale” ammette implicitamente che esiste uno scopo ed un selezionatore e quindi dove starebbe la casualità? Se tutto fosse caotico e casuale crediamo fermamente che la vita non avrebbe mai potuto essersi sviluppata ne tantomeno evoluta.

Comunque, questo Caso (notare la C maiuscola) potremmo chiamarlo in molti modi ma ognuno lo chiami come vuole.
Fatto sta che:

  • il Caso ha permesso all’uomo di sopravvivere;
  • il Caso ha permesso che solo lui prendesse una coscienza individuale;
  • il Caso ha voluto che un’unica specie diventasse il “padrone” di questo mondo e regnasse su tutte le altre.

Più che padrone preferiamo il termine “custode”.

CHE CULO!

Forse il sig. Darwin, così come la scienza tutta, non hanno ben chiari i numeri.
Le possibilità che in questo mondo spuntasse la vita o che in questo mondo si formassero milioni di specie e che solo una diventasse senziente e avesse le capacità di discernimento e di creazione, sono 1 su un triliardo di miliardi (ed è ancora dire poco).

Diciamolo allora in termini scientifici:

  • Ci sono 118 elementi in natura ed il nostro corpo è formato più o meno di 50. Quindi ci sono, tanto per dare un numero altamente indicativo, più di 4,859*1033 possibili combinazioni differenti  senza considerare la disposizione degli elementi, i legami chimici, e altri fattori, che portano il calcolo a valori inimmaginabili. Inoltre, la formazione di un essere umano coinvolge processi biologici complessi, tra cui la genetica, che aggiunge un livello significativo di variabilità. In breve per calcolare la probabilità esatta che l’uomo sia diventato quello che è oggi, richiederebbe una comprensione completa di tutti i fattori coinvolti, il che è attualmente impossibile!
  • Il DNA umano conta più di 3 miliardi di coppie di nucleotidi. Se i nucleotidi sono 4, ci potrebbero essere almeno 63 miliardi di possibili combinazioni di DNA. Solo uno di questi è l’uomo! Ed il calcolo è un calcolo base tanto per far capire quanta fortuna abbiamo avuto nell’essere quello che siamo.

Per correttezza dobbiamo dire che non tutte le soluzioni sono soluzioni stabili! Ma poco cambia.

Abbiamo appena citato solo alcuni “banali” calcoli ma che sono degli esempi scientificamente significativi per far capire che è più facile fare una cinquina al gioco del lotto su ruota fissa e che quindi la nostra “evoluzione” non è avvenuta per semplice caso!
La verità è che la vita non si è sviluppata su questo pianeta per caso e l’uomo non è diventato quello che è oggi per un semplice casuale “sbaglio” genetico!
 
Quindi, non sapremmo dire se è più stupida la scienza nel continuare a parlare di “teoria dell’evoluzione” casuale da una scimmia, con cui condividiamo il 93% del DNA con gli scimpanzé (valore stimato) ma anche l’85% con il topo, il 72% con il pesce zebra e il 25% con una banana… le scuole che continuano ad insegnarla come un dogma… o la religione che parla ancora di “fede” senza dare risposte che pur avrebbe ma che ne minerebbero la natura ed il potere.
 
Intendiamoci… non stiamo dicendo che il processo di evoluzione non esista o che non possa essere un processo naturale ma che, allo stato “selvaggio” sia una forma altamente limitata oltre che nel tempo anche e soprattutto nelle possibilità. E questo è dimostrabile o meglio, non dimostrabile scientificamente.
 
Innumerevoli laboratori di ricerca in tutto il mondo hanno da sempre cercato il modo di creare la vita dal nulla, o meglio, dalla semplice ricombinazione degli elementi ma non sono mai giunti a nessun risultato. Parliamo di laboratori non solo legali ma anche e soprattutto clandestini.
Bisogna però dire che gli esperimenti di biogenetica e di selezione artificiale fatti in laboratorio non provano nulla perché non è detto che se una cosa è fattibile dall’uomo in un laboratorio possa avvenire spontaneamente in natura!!!
 
Quindi è semplicemente impossibile che l’uomo sia un mero frutto dell’evoluzione, ancor meno se casuale!
L'identità

Del Caso

La storia dell’uomo su questa terra inizia circa 700 milioni di anni fa quando esisteva un unico continente che chiameremo Pangea e tutto intorno il grande oceano.

L’ossigeno iniziò a svilupparsi e comparvero i primi protozoi. Durante i millenni queste prime forme di vita evolsero spontaneamente per adattarsi all’ambiente in continuo mutamento e nei mari comparirono le prime alghe pluricellulari, poi a circa 600 milioni di anni fa i primi animali inferiori come le spugne, le meduse, i coralli ecc. Passano i millenni e a circa 350 milioni di anni fa compaiono i primi pesci protetti da robuste corazze e le terre emerse iniziano a ricoprirsi di vegetazione e fitte foreste. Fecero la loro comparsa gli antenati degli insetti, ovviamente giganteschi.

A circa 180 milioni di anni fa comparirono i primi animali da terraferma, i rettili, che colonizzeranno l’intero continente emerso. Tutto si adatta alla gravità ed alla bassa frequenza vibrazionale di quel tempo e quindi le dimensioni dei rettili aumentarono e con essi l’intera vegetazione circostante. Fino a che, arrivati a circa 100 milioni di anni fa, la frequenza della materia del pianeta aumentò di un buon 35% favorendo la comparsa di animali marini come l’antenato dell’orca e del delfino.

Gli Esseri-Luce, gli Elohim seguirono tale evoluzione cercando di individuare l’animale più adatto e con spiccate qualità intellettive per poterci innestare l’individualità, lo Spirito: l’Ego-Sum.

Questi Genisti Cosmici provenienti da tre costellazioni dell’Aquila, del Toro, del Leone provarono a trattare il delfino ma dopo diversi tentativi abbandonarono il progetto perché la conformazione della testa non era adatta all’innesto. Lo ritrasformano e cercarono altrove finché non trovarono un dinosauro acquatico, un mammifero sensibile ed astuto di dimensioni modeste (6-7 metri) che gli antichi tramandarono con il nome di serpente piumato.

I Geni Cosmici iniziarono così a trattare geneticamente questo animale attendendo il suo sviluppo nel tempo. Una volta che l’animale cominciò a perdere le strutture di un essere acquatico per acquisire, attraverso una trasformazione chimico-biologica, le strutture portanti caratteristiche di un animale adatto a vivere sulla terraferma diventando come si aspettavano (a loro immagine) con gambe, braccia, dita, la perdita delle squame e posizione eretta, intervennero ulteriormente con interventi al coccige e all’ipofisi per stabilizzarne la struttura e consentirgli di adattarsi meglio al nuovo clima del pianeta.

E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

La Bibbia infatti cita le parole di Dio al plurale e non al singolare, proprio perché il nostro Dio (vedi la rivelazione sull’esistenza di Dio) era il capo di quei Genisti Cosmici che ci hanno creato a loro immagine e somiglianza.

 

Essendo ancora un essere androgino, come i loro padri, i Genisti Cosmici attuarono un ulteriore intervento sull’essere per sdoppiarne la sessualità in modo che la nuova genetica potesse essere trasmessa e migliorata nel tempo con l’accoppiamento.

E nacquero metaforicamente i famosi Adamo ed Eva (storiella creata dalla chiesa) che ovviamente non erano solo due e che non compirono alcun peccato originale. 

A questo punto al primate venne accoppiata l’Anima e quindi gli venne data la possibilità di possedere un’intelligenza individuale con l’innesto successivo dello Spirito, l’IO eterno ed immortale.

Grazie all’innesto dello Spirito l’uomo passa così da una percentuale di 4 parti di materia a 3 di materia e 1 di astrale. Da qui inizia l’evoluzione e l’avventura dell’Homo Sapiens.

Dal serpente piumato argentato, simile a quello dorato da cui si originò l’uomo, ebbe origine l’altro primate, il gorilla che non essendo stato trattato dai Signori della Luce con l’innesto dell’Ego-Sum, ebbe uno sviluppo differente.

Gruppi Etnici

Da Dove?

Arrivati intorno ai 65 milioni di anni fa, i primi uomini vennero trasmigrati dalla zona sicura in cui erano stati tenuti, quella che è oggi l’attuale Agrigento, in Sicilia, in 4 zone climaticamente differenti del pianeta dove poterono moltiplicarsi ed iniziare il vero cammino evolutivo come specie dominante.

Successe però che un pianeta che orbitava tra Marte e Giove chiamato Mallona e governato dall’arcangelo Lucifero, venne distrutto dalla brama di potere dei suoi abitanti. Gli scampati assistettero alla terribile esplosione del loro pianeta anche dal pianeta terra (e altri pianeti del sistema solare) su cui avevano trovato riparo assieme all’angelo caduto Lucifero che, disubbidendo al proprio Padre, li istigò ad accoppiarsi con la specie terrestre per tramandare i valori della popolazione malloniana e rovinare così la creazione.

Questo fu quello che venne definito il “peccato originale” in quanto a quel tempo le donne del pianeta Terra non erano ancora pronte a recepire i valori di uomini angeli.
Ma tralasciamo per ora questo racconto.

Fu così che a circa 5 milioni di anni fa, per riportare la creazione sui giusti binari e trasmettere dei valori positivi all’uomo nuovo, i Genisti Cosmici portarono sulla Terra 4 colonie di 4 razze differenti, denominati Archetipi per farli accoppiare con la popolazione terrestre.

  • la razza Rossa dalle Pleiadi:
    di statura varia, corpulenta, col colore della pelle rosso sangue di bue portava una spiccata genetica spirituale;

  • la razza Gialla da Orione:
    di statura varia, corpulenta, dal colore della pelle giallo o verde chiaro, occhi scuri ovalizzati, portava una spiccata genetica intellettiva;

  • la razza Nera da Procione:
    di statura varia, corpulenta, colore della pelle bronzo scuro e con gli occhi normali, portava una spiccata genetica informativa magica.

  • la razza Bianca da Alfa Centauri:
    di statura varia, bionda, formosa e con gli occhi azzurri portava la genetica erotico-creativa;

Vengono scelte queste 4 razze perché ognuna aveva dei valori portanti differenti che si voleva trasferire all’uomo nuovo che, nei millenni e tramite gli incroci, avrebbe dovuto dare vita all’uomo cosmico terrestre.

Ed ecco rivelata la verità su come la razza umana di questo pianeta si è formata.
Ovviamente questo è solo un riassunto di tutto il processo “evolutivo” durato millenni ma sufficiente ad individuare quale fosse il nostro progenitore e come sia stata possibile e siano stati guidati i primi passi evolutivi dell’uomo.

Non abbiamo nominato ad esempio le due civiltà Lemuriana ed Atlantidea e la loro improvvisa scomparsa assieme ai dinosauri, semplicemente perché non era lo scopo dell’articolo. Potete comunque immaginare che, in un periodo in cui il pianeta Terra stava “crescendo” e quindi con una morfologia instabile, uno dei 3 satelliti chiamato Tir, precipitò sul pianeta facendo quasi estinguere il genere umano.

Sappiamo bene che questo “racconto” non è per il momento “scientificamente” dimostrabile ma è sicuramente più logico e verosimile dell’impossibile “per caso” di Darwin a cui la scienza continua a dare fin troppa immotivata rilevanza.
Come non è dimostrabile l’ipotesi di Darwin così non è dimostrabile questa ma, ripetiamo, in confronto è molto più logica.

Attenzione che non stiamo mettendo in discussione le leggi di evoluzione che sicuramente esistono e che, per le specie autoctone (nate sul nostro pianeta) sono già programmate dalla nostra Madre Terra e dal Sole che esercitano delle sollecitazioni dall’esterno e dall’interno del pianeta. Noi mettiamo totalmente in discussione la teoria sulla nascita e successiva spontanea evoluzione dell’uomo con quel qualcosa in più che nessun altro animale ha: lo Spirito individuale.

Come spiegato prima, il motivo per cui riteniamo più logica la nostra “storia” è in parte dovuto alla matematica ed alla statistica. É pressoché impossibile che la nascita della specie umana sia avvenuta per caso ne per un evento fortuito ne per qualche legge che la scienza non ha ancora scoperto ma che ha sotto gli occhi ogni giorno.
Neanche la nascita del primo organismo biologico sul nostro pianeta è casuale perché generata grazie alla “fecondazione” del pianeta tramite una cometa, non certo arrivata casualmente… oltre alla quantità di moto del pianeta che non corrispondeva a quella del Sole creando quindi la vita nelle sue varie manifestazioni, grazie all’attività psichica del sole stesso tramite schemi organizzativi che ancora ci sfuggono.

Quello che scientificamente sappiamo però è che il fotone e quindi la luce, può essere portatrice di informazioni.
Secondo il maggior esperto mondiale il biofisico Prof. Fritz Albert Popp, i biofotoni, particelle di luce irradiate da tutti gli organismi viventi, istruiscono e regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule e controllano tutti i processi biochimici. Questi argomenti sono ancora un grande mistero per la scienza e quindi meglio lasciarli a chi li sta ancora studiando. Noi li abbiamo citato solo per far capire che non stiamo dicendo cose inventate. Comunque, di luce, frequenze e altro parleremo in altri articoli.

Ci sono poi varie cose che avallano ulteriormente la teoria della creazione. La prima è che gli extraterrestri o meglio, i nostri Fratelli Cosmici esistono veramente (leggi articolo) e sono sempre stati al nostro fianco fin dalle origini.

Altro motivo risiede nell’anima. Se è vero (leggi articolo) che Dio esiste e che l’anima esiste (leggi articolo), allora questo spiegherebbe l’unicità del genere umano e quindi la sua indubbia creazione da parte di qualche essere superiore.

Quindi si!
La logica, la matematica, la biologia, la fisica e le testimonianze storiche, dovrebbe portare ad una causa creazionista, piuttosto che ad una matematicamente e biologicamente impossibile oltre che unica nel suo genere e puramente casuale, causa evoluzionista!
C’è poi una logica anche nel fatto che gli animali più “intelligenti” che abbiamo sul pianeta siano proprio le scimmie e i delfini ed è comprensibile come, in certe culture tribali, gli shamani dicano che l’uomo è il sogno del delfino… noi aggiungiamo, anche della scimmia!

Il fatto poi che il DNA di alcune specie di scimmie sia così simile al nostro è anche questo logico, ora che conosciamo la verità.
I due dinosauri marini da cui derivano uomini e scimmie, il serpente piumato dorato e quello argentato, erano già simili anche se non ne conosciamo le reali differenze.

Convivenza

Dinosauri e Umani

A questo punto è doveroso trattare un tema sempre negato dall’intera comunità scientifica perché, se fosse vero e dimostrato, cadrebbe l’intera farsa sulla teoria dell’evoluzione umana che ha permesso a scienziati, ricercatori e loro lacchè di riempirsi la bocca con falsità che loro stessi sanno bene non stare in piedi.

La questione in oggetto è la convivenza temporale tra uomini e dinosauri.

C’è stato un periodo lungo in cui l’uomo, durante i suoi primi passi evolutivi ha convissuto con i dinosauri. Senza questa premessa la nostra rivelazione non avrebbe alcun senso sia dal punto di vista temporale che logico.

Esistono dunque prove che l’uomo abbia convissuto con questi enormi “rettili”?

Trovare prove concrete di un fatto così remoto e dopo numerose catastrofi naturali come la caduta di uno dei nostri 3 satelliti sulla terra, credo sia quasi impossibile visto anche che nessun reperto finora è mai stato considerato veritiero, come ad esempio le pietre di Ica o le statuette di Acambaro o il bassorilievo del tempio di Ta Prohm. Ma noi ci proviamo ugualmente sapendo in anticipo che le argomentazioni discusse non faranno certo cambiare idea ai seguaci della fede evolutiva darwiniana.

Scoperte da un contadino di nome Basilio Uschuya negli anni ’60 in grotte e burroni vicino Ocucaje, un villaggio a circa 30km a sud dalla città di Ica e a poca distanza dalle famose linee di Nazca in Perù.
Tralasciamo l’intera storia di questo contadino e delle minacce con successivo incarceramento ed obbligo di firmare una dichiarazione di falsità di tali pietre che potete leggere ovunque sul web.
Ci preme però far vedere alcuni particolari di queste pietre che pochi conoscono e che sicuramente non poteva conoscere Basilio visto che di dinosauri non ne sapeva nulla se non dagli inaccurati libri dell’epoca.

Su quelle pietre si possono apprezzare dei particolari su alcuni dinosauri verificati solo in anni successivi grazie a vari ritrovamenti archeologici e che evidenziano il tipo di pelle dei dinosauri, considerata in passato simile a quella degli elefanti, sui corni del triceratopo e sulle narici dei dinosauri dipinti (scalfiti) su quelle pietre di andesite (vedi immagini).

La storia di queste pietre comunque è molto più antica visto che se ne parla già nel 1535 quando Padre Simeon, un missionario gesuita, scriveva di aver visto le pietre incise di Ica e ne riporta alcune in patria. Ma ancora, nel 1562 e 1571 se ne parla in alcune cronache di esploratori spagnoli e poi anche nel libro “Noticias Historiales” di Pedro Simon del 1626 e conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Fino ad arrivare ai giorni nostri quando nel 2001 furono ritrovate delle pietre simili in tombe vicino a Nazca.

Quindi non poteva averle fatte il contadino Basilio.

Di seguito solo alcune delle osservazioni fatte sulle pietre.

Ritrovamenti in tombe

Molti dicono che non si sa da dove provengano.
Corretto ma si sa che alcune pietre ad esempio sono state ritrovate a Paracas, Tiahuanaco in una tomba risalente tra il 500 A.C. ed l’anno 1000.
Ci sono poi più di 30.000 figure scolpite in più di 3000 pietre scoperte nel Perù del sud nel 1951 presso Toro Muerto, lontano dalla provincia di Ica. Molte di queste pietre sono scolpite in bassorilievo come quelle detenute nel Cabrera Museum.

Altri dettagli sulle pietre dimostrano come i disegni non siano stati presi dai libri dell’epoca.

Pelle di dinosauro

Negli anni ’60 infatti si pensava che la pelle dei dinosauri fosse come quella degli elefanti. Dopo i ritrovamenti di vera pelle di dinosauro fossilizzata si è capito che era più simile a quella dei rettili ma con larghi cerchi nodosi che fatalità sono raffigurati anche nelle pietre.

Zampe di dinosauro

Lo stesso vale per le zampe dei dinosauri che venivano disegnate all’epoca con 5 dita mentre, dai ritrovamenti fossili e dalle impronte trovate ne avevano solo 3 come per il tipo di dinosauri raffigurati nelle pietre.

Narici frontali

Fino al 2001 poi, le narici dei dinosauri venivano raffigurate dietro la testa perché si pensava che i grandi dinosauri fossero acquatici mentre studi come quello ad esempio del dott. Lawrence Witmer  che nel 1999, analizzando diversi teschi di dinosauro scoprì che le narici erano posizionate davanti sul muso vicino la bocca… proprio come raffigurato nelle pietre di Ica.

Corno giugulare

Solo ultimamente si è scoperto che i triceratopi avevano 5 corna di cui uno all’altezza della giugulare. Sicuramente chi ha disegnato tale figura sulla pietra lo sapeva. Di certo non poteva saperlo il contadino Basilio!

Abbiamo voluto soffermarci sulle pietre di Ica proprio perché, seppur considerate un falso, crediamo ci siano ancora oggi delle valutazioni contrastanti che sono state fatte nel tempo. Tra i ricercatori indipendenti c’è chi afferma, da esami fatti, che sono autentiche e non c’è traccia di utilizzo di strumenti moderni e chi invece afferma di aver trovato addirittura tracce di carta vetrata e matite colorate.

Ovviamente i detrattori della convivenza uomini e dinosauri si basano esclusivamente su un’unica ricerca in particolare, quella del 2002 di José Antonio Lamich che comproverebbe la loro falsità avendo individuato segni di carta vetrata e matite colorate sulle pietre, mentre chi crede nella loro autenticità si basa su altre ricerche fatte nel 2007 da vari istituti di ricerca (anche italiani) tramite blind-test e addirittura da un ingegnere della NASA (Joseph F. Blumrich) che affermano l’esatto contrario e riconoscendo le pietre vere da quelle false.

Chi mente allora?

Dalla logica, dalle date degli esami e dalla successione degli eventi deduciamo che alcune pietre sono ovviamente false mentre altre sono indiscutibilmente vere. Fatto sta che dubitiamo che 2 contadini ignoranti abbiano fabbricato più di 50.000 pietre di ogni dimensione e forma fin dal 1500 e quindi qualcosa di vero ci deve essere visto che le pietre provengono solo in minima parte del contadino!!!

Durante la sua ricerca, il Dr. Dennis Swift nel 2007 racconta di essere andato dal contadino Basilio e che lui stesso ha affermato di aver fabbricato alcune pietre per turisti con aeroplani, dinosauri volanti e distributori di Coca Cola ma ha anche raccontato di aver trovato altre pietre in alcune tombe. Dichiarazioni ovviamente mai rilasciate pubblicamente dal contadino perché avrebbero comportato l’arresto immediato.
Swift ha anche appurato che il contadino non conoscesse nulla sui dinosauri che disegnava e così gli ha chiesto di fabbricargli una semplice pietra con inciso un unico dinosauro il cui disegno fu portato dallo stesso Swift e dopo un giorno di lavoro il risultato fu penoso. Era evidente che la pietra non rispettasse i canoni delle vere pietre… come disse lo stesso Swift: “la pietra era di fattura rozza e molto ordinaria“.
Facendo poi due semplici calcoli, le circa 11.000 pietre nella sola collezione di Cabrera avrebbero comportato un lavoro di più di 31.250 giorni per i due poveri contadini per ricavarne pochi spiccioli.
Impensabile non trovate?

Altra nota è che non è mai stato specificato su quali pietre si sono fatti tali esami e dati i risultati, è evidente che gli esami sono stati fatti su reperti differenti e quindi, alla luce di tutte queste informazioni, la logica ci dice di poter ancora considerare credibili tali reperti.
Alcuni sedicenti divulgatori della verità liquidano subito l’argomento citando solamente quello che gli conviene e questo crediamo sia una vergogna per chiunque corra dietro ai vaneggiamenti di questi pseudo divulgatori scientifici.

Altra prova che le pietre non sono state tutte fabbricate,  ci proviene da altri ricercatori che, in collaborazione con l’università autonoma di Madrid, scavando nel deserto di Ocucaje hanno rinvenuto pietre uguali (non nei disegni ovviamente) a quelle della collezione Cabrera.

Insomma, potremmo dire che la tesi della falsificazione è oggi definitivamente crollata.

C’è chi poi afferma che la specie dei triceratopi ad esempio non sia mai vissuta nel Sudamerica. Affermazioni di questo tipo sono altamente pretestuose perché un fossile indica il punto dove l’esemplare è morto, non è detto che sia lo stesso di dove fosse vissuto e poi il fatto che non si siano trovati fossili di quel tipo in quella regione non è una prova che non siano mai vissuti in quel posto.

Sappiamo che la ricerca paleontologica è in continua evoluzione e che la storia è stata più volte riscritta. Sappiamo anche bene che in alcuni punti è più difficile fare ricerca paleontologica per vari motivi. La logica però ci dice che se nel Sudamerica esistevano i predatori saranno sicuramente esistite anche le prede!

Delle prove e delle ricerche fatte sull’autenticità delle famose pietre di Ica potremmo scrivere pagine e pagine ma per il momento, avendo raccolto prove a sufficienza, ci fermiamo qui.

Nel luglio del 2000, l’archeologo Alvis Delk di Stephenville in Texas scoprì una roccia su cui era stata lasciata un’impronta di dinosauro e, quando nel 2008 la ripulì per venderla, scoprì che sotto l’argilla essiccata c’era un’altra impronta, non di dinosauro ma di un piede umano!

impronta dinosauro uomo
impronta dinosauro uomo evidenziata

Tale ritrovamento dell’archeologo amatoriale è importantissimo perché, a differenza di molti altri reperti in cui l’impronta dell’uomo figura sopra a quella del dinosauro, questa ci dice che il dinosauro è passato sopra l’impronta dell’uomo e dimostra dunque che le due creature hanno vissuto nello stesso periodo.
Come al solito questo ritrovamento è poco noto ma è stato studiato e verificato tramite esami e scansioni tridimensionali Spiral CT e bidimensionali ai raggi X.

Come sempre succede per questo tipo di prove, c’è chi ha già espresso pareri di falsità su questo ritrovamento senza mai averlo visto ne studiato ma lo stesso potremmo dire di ogni singolo ritrovamento fossile. Ma anche la datazione stessa dei vari reperti come ad esempio quelli dei dinosauri e basata sulla stratigrafia che è in molti casi sbagliata.

Materiale biologico

Pochi sanno che nel 2007 è stato ritrovato del materiale biologico (cellule sanguigne) nelle ossa di un fossile di dinosauro vecchio di 80 milioni di anni che è una cosa impossibile in quanto i tessuti e le cellule del sangue degradano molto velocemente e sicuramente non potrebbero durare milioni di anni.
Questi ritrovamenti portano ovviamente a porci domande sulla veridicità della datazione dei fossili trovati e sull’impossibilità dichiarata che uomini e dinosauri si siano incrociati prima ovviamente della loro quasi totale estinzione e successiva modificazione genetica per ridurne le dimensioni.

Siamo sicuri che ci saranno altri ritrovamenti in futuro anche se ovviamente è molto difficile se non impossibile trovare prove di convivenza tra umani e dinosauri perché parliamo di fatti successi milioni di anni fa quando la terra venne sconvolta da alcuni catastrofici eventi dei quali abbiamo trovato solo qualche sporadica testimonianza.

Conclusioni ed Ulteriori Spunti

Come detto in precedenza, abbiamo tralasciato le due civiltà scomparse, quella atlantidea e quella lemuriana che, se le consideriamo come realmente esistite dimostrerebbero che l’umanità di questo pianeta è molto ma molto più antica di quello che la scienza continua erroneamente a dire.

Le ultime ricerche come quelle dell’antropologa della University College London, Aida Gomez-Robles, hanno evidenziato, partendo dallo studio dei denti ritrovati nella grotta Sima de los Huesos in Spagna, che ci deve essere una distanza temporale maggiore tra i sapiens ed i nostri cugini Neanderthaliani. Infatti dai 300-500 mila anni fa si è passati ad almeno 800 mila anni fa. Un bel salto!

Tralasciamo pure di parlare dei vari ritrovamenti che ogni tanto spuntano fuori della famosa scimmia ancestrale o protoscimmia. Già la Pierolapithecus catalaunicus, i cui resto sono stati scoperti nel dicembre del 2022 nella Catalogna e dove si ipotizza sia vissuta 13 milioni di anni fa, sta facendo discutere proprio per via del posto in cui è stata scoperta che fa traballare pesantemente l’ipotesi possa essere la progenitrice delle scimmie e che comunque è sempre una scimmia.
Per non parlare di quella che è stata chiamata IDA, il fossile di una giovane femmina di scimmia scoperta nel 1983 in una miniera in Germania e balzata agli onori delle cronache solo 20 anni dopo perché considerata l’anello mancante dell’evoluzione tra scimmia e uomo ma che si è scoperto poi essere una antenata di 47 milioni di anni fa di un lemure del Madagascar dei giorni nostri di cui sarebbe molto simile.
Insomma, invece di trovare prove dell’evoluzione della scimmia in uomo si trova l’esatto contrario e quindi sembra proprio che le scimmie siano sempre rimaste scimmie, anche se emigrate altrove e che quindi non si siano mai evolute in qualcosa di molto differente da quello che sono oggi.
Ma meglio non dirlo in giro!!!

Comunque, fermiamoci qui. Potremmo infatti aver messo molta più carne al fuoco per dimostrare che l’uomo non è frutto del caso parlando delle caratteristiche morfologico-riproduttive dell’essere umano rispetto a tutti gli altri animali o dell’unicità del bipedismo su questo pianeta oppure del famoso DNA non-codificante definito “spazzatura” (junk) nel lontano 1972 dal genetista e biologo evolutivo giapponese Susumu Ohno… o di molte altre cose che comproverebbero, per chi ne capisce di logica, biologia, antropologia e fisica quantistica, che l’uomo è stato creato e che tale creazione è stata protetta durante i suoi primi passi evolutivi.

Ora però evitiamo di dilungarci più del dovuto.
Quello che è importante per noi è far sapere la verità, la cui dimostrazione è sempre stata dentro ognuno di noi.

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